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Antonello Palazzolo, New York, 1977
di Stefano Fantini...
La New York di Palazzolo, quella del suo primo viaggio, è uno spartito fatto di note lunghe, tocchi fugaci, pause sotto forma di ombre nere gigantesche che delimitano i confini, creano il presupposto e insieme il palcoscenico per l'irrompere, a cavallo di una lama di luce, di un'espressione inattesa, una situazione surreale, indecifrabile, uno squarcio di vita strappato via dal fluire liquido del tempo. I suoi scatti sono piedistalli su cui esibire la realtà nell'istante esatto in cui diventa il suo opposto, enigmatico e disturbante.
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