Le maschere di Gianni Fanello
4 - 20 ottobre 2019
inaugurazione: 4 ottobre 2019 ore 18,00
L'occasione di dare alla materia vita altra, il bisogno della metamorfosi che passa attraverso l'enigma del volto; la contraffazione dell'opera nello scarto produttivo, qui volto a resurrezione artistica, che a sua volta si innesta nella contraffazione ideale che da sempre accompagna la maschera.
Il bello, il rituale, il demoniaco, il senso panico entro cui sul vecchio ceppo s'innesta l'opera plastica: maschere sui tronchi, maschere di fantasmi boschivi, archetipi preistorici prodotti dall'incompiuto, dal rifiuto della società industriale che si fa altro.
Giunture, valvole, listelli di rame e condotti vanno a comporre la finzione dei volti.
E se Gianni Fanello, artigiano, saldatore, artista ordinatore della materia metta in guardia dal trovare significati intellettuali altri alla sua splendida e terribile serie di maschere, non possiamo sfuggire alla commistione fra la trasmutazione della materia riallacciata al mondo per altre vie e quella della maschera come nascondiglio e fuga, necessità d'altra identità.
Fra tranelli estetici, paradossi ironici e semplicità insita dell'avanzo di ferraglia.
Non resta che entrare, duemila anni dopo Ovidio, nelle mutazioni, copie imperfette del reale; il bosco che si fa sala espositiva, i nostri volti che immaginiamo celati da travestimenti idraulici, il rame che corruga la fronte, la manopola pupilla d'occhio vitreo.
Noi, piccoli fruitori nel grande gioco eterno
fra il paradosso e la verità.
Michele Masotti
Nel bosco accanto allo studio-laboratorio del Mandorlo, a Monteriggioni, Gianni Fanello ha posizionato un personale Giardino della Memoria.
Le maschere appese agli alberi ricordano gli amici scomparsi, ma ricordano soprattutto ‘la natura’ e ‘il lavoro’.
Natura, certo (siamo in un bosco e tutto parla di lei).
Lavoro, anche, perché le maschere di Gianni altro non sono che lacerti di memoria, avanzi del frenetico sviluppo (e consumo) industriale che, tra le sue mani, hanno trovato nuova vita e diversa collocazione.
E c’è da sperare che l’unione tra questi due ‘accidenti’ possa innescare una nuova esperienza consapevole. Gianni Fanello, con la sua attenzione al riuso degli oggetti e l’amore antico per il bosco ci indica la strada per una nuova, più avanzata, forma di memoria.
Andrea Rauch
Le maschere di Gianni Fanello
dal 4 ottobre al 20 ottobre 2019
orari:
lun. / sab.10,00-13,00 /14,30-19,30
domenica 15,30-19,30
chiuso il mercoledì
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